La spiaggia del Principe risveglio dei sensi

Quando penso “all’articolo” che ho in mente, le prime impressioni pescano nel pozzo dei ricordi. Chiudo gli occhi e immagino. Immagino. Immagino. E immagino. Oggi in casa regna il silenzio, quell’atmosfera quasi sconosciuta che mi permette di concentrarmi. O meglio, dovrebbe.
La Spiaggia del Principe.
Sono passate poche settimane dall’ultima passeggiata fatta in una fra le insenature più suggestive di tutta Porto Cervo.
La penna tamburella davanti al foglio bianco. Niente. Potrei usare mille aggettivi, rispondere ai mille perché che spingono un uomo a posare i piedi sulla sabbia bianca del Principe, ma la penna è pesantissima e il silenzio assordante.
Decido. Matteo deve andare in zona e un passaggio ad una donna non si nega mai. Spero. Ok, per sicurezza mi porto con me una fetta di Tiramisù alla Careddu; un giorno vi parlerò anche di questo dessert tutto mio e di come salvò una coppia di Francesi da un litigio pazzesco nel bel mezzo di una cena di gala.

Dopo meno di un’ora eccomi finalmente alla spiaggia del Principe. Il Tiramisù in effetti si è rivelato la mossa vincente per rendere il viaggio più dolce.
Lascio che Matteo prosegua i suoi impegni, accertandomi che si ricordi di ripassare a prendere me e la mezza fetta in ostaggio.
Inizio a camminare. Prima di arrivare alla meta, bisogna attraversare un percorso di intensa macchia mediterranea. Dieci minuti di salti e passaggi non proprio agevole, ma finalmente eccola qua. Davanti a me. Piccola e maestosa. Improvvisamente i miei sensi si risvegliano dal torpore mattutino. Ammiro il turchese del mare, ascolto i suoni delle piccole onde che accarezzano la sabbia, mi perdo nel profumo salmastro che si poggia su di me e sento finalmente l’adrenalina che scorre nelle vene e quell’irresistibile impulso a prendere la penna in mano. Perché oggi, qui, alla spiaggia del Principe, posso sognare, di quei sogni che di notte non faccio più da 8 anni, perché ho gli occhi perennemente aperti e le orecchie sempre all’erta, non sia mai che qualcuno abbia una mammite acuta nel cuore della notte. Respiro, chiudo gli occhi, mi godo il vero silenzio e le emozioni che questo pezzo meraviglioso di Sardegna sa regalarmi, quel fondale di sabbia e granito che rende il mare trasparente con sfumature dal celeste chiarissimo al blu intenso. La spiaggia è divisa in due insenature da un gruppo di scogli che, imperfetti, si ergono sulla battigia, quasi che tutta quella bellezza non possa vivere in un solo spazio, quasi che ogni metà cercasse l’altra, come quell’eterna corsa alla perfezione di chi si cerca senza mai trovarsi, eppure è lì, davanti a te, in tutta la sua meraviglia, quasi come quel Principe che popolava le favole di noi eterne Bambine, che spuntava all’improvviso per risolvere tutto. Mi viene da ridere e avverto quella sensazione di libertà che solo la brezza di mare sa darti. Penso che i ricordi siano un meraviglioso appiglio per la memoria, ma gli occhi, per vivere, abbiano bisogno di un amore diretto con la realtà. In questo caso unica e meravigliosa come la mia Sardegna.
Per dimenticare ogni stanchezza, ora avrei voglia di un tuffo rigenerante in questo splendido mare, vorrei fermare il tempo, nuotare per ore e godere della solitudine e della leggerezza che solo questo stato d’animo può donarti. Perché sì, ogni tanto, al di là delle responsabilità, si ha la necessità dell’abbandono, di essere travolti dall’insolita bellezza dei sensi, dai silenzi, i profumi, le emozioni e, perché no, anche dalla tentazione di prendersi un po’ di tempo per se stessi. La magia si spezza nell’attimo in cui un suono mi riporta all’ordine e quell’assaggio di vita rimane dall’altra parte del ponte che mi riporta alla realtà.

Rientrando sono in silenzio. Matteo parla concitato e sorridente all’auricolare del telefono e niente potrebbe distrarlo. Oltre la sua sagoma vedo il mare che si perde all’orizzonte e sento ancora i sensi che trattengono la forza di quanto appena vissuto. Sorrido. Penso che ognuno abbia il suo Principe. Il mio ha le All Star e i baffi di cacao fresco alla Careddu.

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