SAN PANTALEO E IL VIAGGIO NEL TEMPO

Stamattina è stata dura. Il comitato di accoglienza si è presentato alle 5 del mattino.
Ora, come facciano a riaddormentarsi uno sopra l’altro è un mistero, devono avere un bottone segreto, come quello che attivano nell’esatto momento in cui trovo una posizione comoda. Per svegliarmi.
Morale, alle 6 stavamo già preparando la colazione, con il silenzio di chi ancora non ha ben capito se sia solo il sogno di una notte ancora tutta da dormire.
– È miaaaaa!
No, niente sogno. E quella è la merendina che si contendono Leo e Lorenzo.
Ecco, io non ho tre bambini, ma un baritono e due soprani che la mattina inscenano uno spettacolo che osservo con invidia e ammirazione, senza mai smettere di cercare quel luogo oscuro dal quale prendono tutta quell’energia. E loro lo sanno che tu invece in quel momento sei un modem analogico che cerca di connettersi con il mondo, perché cominciano a fare le domande più strane del mondo.
Oggi è il turno di Leonardo.
– Mamma ma si può davvero viaggiare nel tempo come fa Martin in Ritorno al Futuro?”
– Si Leo, si può viaggiare ma non proprio con una macchina
– E come?
– Con la fantasia, con quella sì, puoi andare proprio dove vuoi
– Con il turbo carbonizzatore?
Lorenzo ride e, con l’aria di chi ha già imparato tutto del mondo, lo corregge
– Il Flusso Canalizzatore!
– Ah, non ci “capiscio” niente di questi nomi nuovi
Sorrido. Entrambi però sono ancora sospesi in attesa della mia risposta, come fosse la sentenza che chiude il dibattito.
– Si, Leo, diciamo che la fantasia è il nostro Flusso Canalizzatore.
Si guardano soddisfatti e hanno già dimenticato la merendina contesa che Giorgio, dall’alto dei suoi 26 mesi, ha abilmente fatto sua.

Fuori dalla scuola i maschi All Me Connection mi aspettano.
Dimenticavo, si parte presto per S. Pantaleo, un piccolo scorcio di mondo perduto a pochi chilometri da Porto Cervo.
Il giovedì un caratteristico mercatino anima il paese, si sviluppa intorno alla piazza della Chiesa e lungo tutte le vie del centro, colorando di mille sfumature il suo paesaggio.
San Pantaleo è un paesino caratteristico, aggrappato alla roccia granitica, quasi non volesse confondersi con il mare il cui profumo si scorge all’orizzonte; un posto ideale per rilassarsi, camminare rapiti dalla lentezza dei suoi modi, delicati e lontani da qualsiasi ritmo che spesso la Costa Smeralda detta.
Mentre cammino mi ricordo il perché adoro passeggiare per queste vie, le foglie si arrampicano sui muri delle case quasi volessero colorare per primi la primavera, i portoncini delle abitazioni sono opere d’arte esposte a cielo aperto. Mi sorprende vedere che molti di questi sono aperti, rende il clima familiare. Passeggiando noto che le persone trovano il tempo di sorridere. Piccoli scambi di intesa quasi a sottolineare il piacere di accarezzare il tempo, senza esserne travolti.
Puoi trovare di tutto nei piccoli stand, ma la mia attenzione viene subito rapita dai cappelli. Adoro provarli, guardarmi allo specchio, compiacermi e poi rimettere tutto al suo posto. Fino al prossimo specchio.
Infilo una via laterale e, guardandomi attorno, noto quanto pulsi potente la vena artistica in questo angolo della Gallura. Fabbri, falegnami, scultori, pittori e musicisti si danno il cambio all’incedere dei miei passi, regalandomi uno spettacolo fuori dal tempo, dove la creatività è l’anima che muove il mondo, e tutto il resto è solo un modo per riempire gli spazi vuoti.
Incrocio diversi artisti, mi fermo a parlare con loro. Tutti sorridono compiaciuti quando racconto il mio progetto, quasi che con esso mi dichiarassi complice di un disegno al quale tutti loro già appartengono.
Sono passate ore che sembrano minuti, quando mi siedo per dissetarmi. Ripenso al discorso di questa mattina e a come sia possibile e doveroso fermare il tempo per riprenderci un pezzo importante delle nostre vite.
Guardo l’ora. Sono le 13:00, inizio a sentire la stanchezza della mia notte a metà. Il pensiero corre subito a Leo che oggi esce prima. Telefono a Matteo e gli chiedo di passarmelo.
– Mamma, dove sei?
– LEO! Sono in un posto bellissimo dove il tempo si è fermato, si chiama San Pantaleo.
Silenzio…
– Mamma ti deve portare assolutamente!
Silenzio…
– Sai mamma, mi piace già un sacco questo posto. Perché si chiama un po’ come me.
Rimango un attimo interdetta. Poi , dall’altra parte della cornetta, sento scandire
– San-Panta-Leo
Leonardo ha appena trovato il mio bottone dell’energia.

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